mercoledì 20 luglio 2016

operazione Transitus


La polizia di Monza stronca traffico di uomini verso il Nord Europa

19 luglio 2016. Gli investigatori del commissariato di Monza, agli ordini del vice questore Angelo Re,  sono riusciti a ricostruire l’attività dell’organizzazione che si occupava del trasporto di cittadini stranieri attraverso l’Italia fino ai paesi del Nord Europa.
In un solo mese sono stati monitorati circa venti viaggi che hanno interessato un centinaio di immigrati trasportati e 70 mila euro di profitto per il sodalizio criminale.Le indagini sono partite dalle dichiarazioni di un cittadino egiziano che il gruppo di trafficanti aveva cercato di reclutare come autista. Egiziano è anche il presunto capo dell’organizzazione, un 37enne che era in contatto con gli scafisti in partenza dall’Africa tramite un complice in Sicilia, e che organizzava i viaggi verso la Germania e altri paesi del Nord Europa alla stazione Centrale di Milano.

Su richiesta della Dda di Milano sono state eseguite ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di stranieri (sei egiziani, tre albanesi, due romeni, un siriano e una brasiliana, tutti regolari, 3 al momento irreperibili) tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina.

 
Angelo Re
 

Parlando nell'ambito di un convegno del Rotary di Seregno/Desio sulle problematiche riguardanti i migranti, il vice-questore Angelo Re ha voluto distinguere tra il “fenomeno migratorio” che "è molto consistente ma ormai routinario e regolamentato, con il 7% che riguarda stranieri con regolare permesso a cui se ne aggiunge un altro 2-3% di irregolari, e il “fenomeno migranti”, che riguarda invece coloro che quotidianamente arrivano sulle nostre coste per motivi umanitari, che è poco gestibile proprio per il notevole e non stimabile afflusso: ogni giorno arrivano – anche sul nostro territorio di Monza e Brianza – questi migranti perché si tende ad una disseminazione fra tutti i Comuni onde evitare la creazione di ghetti.
Riguardo invece la difficoltà delle espulsioni, il dottor Angelo Re si è lamentato che "manca una vera e propria collaborazione internazionale e quindi mancando i passaporti, bisogna foto identificare gli espulsi, alloggiarli momentaneamente, pagare il volo sia per loro che per gli agenti che li accompagnano e poi, dopo aver sostenuto queste ingenti spese, nel breve volgere di poco tempo ritornano tranquillamente nel nostro Paese. "