giovedì 19 gennaio 2017

Polizia in prima linea tra neve e terremoti


Presegue senza sosta l'opera dei nostri colleghi in Abruzzo, Marche, Umbria, Lazio e Puglia.
Il nostro plauso e incoraggiamento in particolare ai colleghi della Polstrada, che devono operare spesso con mezzi logori o comunque inadeguati al maltempo estremo.


nei pressi di Altamura


colleghi della Polstrada di Rieti



Sotto: la Polizia Stradale con Alfa 159 Q4 sblocca un mezzo spazzaneve in Abruzzo:


Polstrada di Rieti:






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giovedì 12 gennaio 2017

terrorista e famiglia alloggiati gratis per 3 anni


L'hanno chiamata operazione “Black Flag”, bandiera nera, richiamandosi a quelle che sventolano nei territori del califfato. Siamo però  nel Lazio, dove la Digos guidata dal vicequestore Mauro Fabozzi ha messo a segno una serie di perquisizioni in tutta la regione e arrestato Saber Hmidi, tunisino di 34 anni, sospettato di reclutare aspiranti jihadisti in carcere e di essere affiliato ad Ansar Al-Sharia, organizzazione legata ad al Qaida e all’Isis. Alle indagini hanno contribuito gli uomini del NIC (Nucleo Investigativo
Centrale della Polizia Penitenziaria).
 
Nella sua casa a Roma, nel 2014, quando fu arrestato durante un controllo, vennero trovati 30 cellulari, 10 computer e il vessillo nero. Girava in auto per Roma con il gagliardetto dell’Isis attaccato allo specchietto retrovisore e commetteva rapine.


Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Hmidi istigava alla discriminazione religiosa in carcere nei confronti dei cristiani, presi di mira con pestaggi e spedizioni punitive. Non solo. Il tunisino, infatti, in carcere faceva soprattutto proselitismo. Per chi indaga, nei periodi di detenzione in sei carceri italiane il tunisino avrebbe “reclutato adepti da inviare, alla loro scarcerazione, nei teatri di combattimento per il compimento di atti terroristici”. 


Nel 2014 in località Morena (vicino all'aeroporto di Ciampino) tentò di sparare a un poliziotto: quando gli agenti intimarono alla coppia di scendere, Hmidi afferrò una pistola Browning e scarrellò pronto a sparare alla testa di un poliziotto, fortunatamente l’arma si inceppò.
La moglie, italiana convertita all’islam, aveva fatto la domanda accolta dal Comune, che aveva poi assegnato alla famiglia uno dei bungalow della Eriches 29, una delle cooperative di Salvatore Buzzi.  Soggiorno durato almeno tre anni, gratis per il presunto terrorista, ma solo perché pagato (oltre 1.200 euro al mese) dal comune di Roma.


vedi anche articolo su: corriere.it



Sotto: i volti di Saber Hmidi e di altri detenuti islamici che fanno proselitismo nelle nostre carceri.


Ad oggi sono 148 i detenuti stranieri che si auto-attribuiscono il ruolo di "imam" nelle carceri italiane, stanno facendo proseliti non solo con detenuti di origine musulmana.

sabato 7 gennaio 2017

non amplificare i segnali


In un’intervista al quotidiano Il Giornale, il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli ammette che: "il rischio attentati c’è, e anche l’Italia avrà il suo prezzo da pagare".

Continua spiegando che "le indagini, spesso successive ai rimpatri, dimostrano che buona parte delle persone fermate nel nostro paese perchè considerate vicine all’Isis stava realmente per compiere attentati e fare morti; questo però non deve toglierci la nostra libertà".
 

Gabrielli annuncia l’assunzione di mille uomini e chiarisce: "Non c’è una ricetta, però sottovalutare la minaccia, oggi, è un errore gravissimo. Lo dico in maniera molto cruda: anche noi un prezzo lo dovremo pagare, ci auguriamo sia quanto più contenuto possibile. Noi dentro quella minaccia ci siamo. La cittadinanza di contro deve comprendere che deve continuare a vivere normalmente, altrimenti i terroristi avrebbero già vinto togliendoci la libertà".

L'Italia non è ancora stata toccata direttamente dal terrorismo di matrice islamista grazie a diversi fattori: "oltre all’ottimo lavoro di prevenzione, il punto è che non abbiamo sacche gravi di marginalizzazione e che noi i sospetti terroristi li espelliamo subito", ha affermato Gabrielli. "La verità è che se la smettessimo di giudicarci più coglioni degli altri, scopriremmo che in molti casi siamo migliori". In merito alla radicalizzazione nella rete Internet, ha precisato che sarebbe sbagliato limitare l’uso del Web, mentre è giusto indagarlo con squadre e strumenti speciali, come facciamo già quotidianamente".

Polizia Postale
Per quanto ci riguarda non si devono sottovalutare eventuali segnali ma nemmeno amplificarli in maniera abnorme. 
"Intelligence e controlli del territorio sono i due pilastri con i quali si costruisce il sistema della sicurezza nel nostro Paese."


lunedì 2 gennaio 2017

Mario: la Polizia è la mia vita


Prima di entrare in sala operatoria, con la mano sinistra spappolata dalla bomba e l’occhio destro devastato, il sovrintendente Mario Vece ha sussurrato: "Non mi arrendo, qualunque cosa succeda voglio restare in Polizia".  E subito dopo ha chiesto ai medici se avrebbe potuto continuare a svolgere il suo lavoro di poliziotto.

Un suo collega racconta: "Mario ha appena vinto un concorso per diventare ispettore, ha superato le prove in modo brillante e stava per partire per il corso finale, quello che dà il diritto a passare di grado."  Per il 39enne futuro ispettore la Polizia non è solo un lavoro ma una passione: "prima vengono la moglie Stefania e le bambine (di 12 e 14 anni), poi il distintivo".
 
Mario Vece con la moglie Stefania

Mario Vece, artificiere della Polizia di Stato in servizio a Firenze, nella notte di capodanno riceve la segnalazione della Digos di un pacco sospetto incastrato nella saracinesca di una libreria legata a una certa area politica che ha molti nemici.
Dopo aver chiuso la strada, come da protocollo, il timer dell'ordigno scatta proprio nel momento in cui Mario stava
probabilmente valutando come disinnescarlo.
Ancora una volta l'unica vittima è un onesto servitore dello Stato che non ha esitato a sacrificare la sua incolumità per il bene di tutti.


A Mario vanno quindi i migliori auguri da tutti noi della sezione di Monza, la nostra stima  e la nostra riconoscenza.
Ti saremo vicini anche nei lunghi mesi che richiederanno le cure e non vediamo l'ora di rivederti in servizio attivo.


 

domenica 1 gennaio 2017

gli auguri di Gabrielli per il 2017


"Abbiamo visto come ogni singolo operatore sul territorio diventa la garanzia primaria per la sicurezza nel nostro Paese; ognuno di voi è la nostra garanzia, ognuno di voi è il nostro orgoglio".